di Mahamat-Saleh Haroun - Ciad/Francia/Germania/Belgio - 2021 - 88'
con: Achouackh Abakar Souleymane, Rihane Khalil Alio, Youssouf Djaoro, Briya Gomdigue | Genere: Drammatico | Distribuzione: Academy Two
Nella periferia di N’djamena in Ciad, Amina vive sola con la sua unica figlia quindicenne, Maria. Il suo mondo, già fragile, crolla il giorno in cui scopre che sua figlia è incinta. La ragazzina non vuole questa gravidanza. In un Paese in cui l’aborto non è condannato solo dalla religione, ma anche dalla legge, Amina si ritrova a dover affrontare una battaglia che sembra persa fin dall’inizio…
Nato in Ciad, Mahamat-Saleh Haroun era già conosciuto dalla critica per i suoi cortometraggi, quando diresse il suo primo lungometraggio, Bye-bye Africa (Premio per la migliore opera prima al Festival del Cinema di Venezia nel 1999). In seguito ha diretto Abouna (Quinzaine des Réalisateurs, Cannes 2002), Daratt, La stagione del perdono (Premio speciale della Giuria Festival del cinema di Venezia 2006), Un homme qui crie (Premio della Giuria Festival del cinema di Cannes 2010), Grigris (Premio Vulcain per la migliore fotografia, Concorso ufficiale Festival del cinema di Cannes 2013).
New York ha reso omaggio a Mahamat-Saleh Haroun ospitando due retrospettive dei suoi film: nel 2006 presso il Museum of Modern Art (MoMA) e nel 2018 presso la Brooklyn Academy of Music (BAM). Nel 2010 Haroun ha ricevuto il Premio Robert Bresson alla Mostra di Venezia per le sue opere e nel 2013 la Medaglia Fellini conferitagli dall’UNESCO.